I due sistemi principali per possedere una proprietà in UK sono il freehold e il leasehold: il primo attribuisce la proprietà totale e assoluto mentre il secondo è un diritto di proprietà su un fondo di altri.
Ecco in breve le principali differenze tra i due concetti di proprietà tipici del diritto anglosassone.
Il “Freehold property”: concetto standard di proprietà “assoluta”
Il freehold è la migliore via per acquistare una proprietà perché l’acquirente è il proprietario del terreno e può pertanto disporre liberamente della proprietà. Può fare dei cambiamenti alla proprietà nei termini previsti dalle leggi edilizie e secondo le restrizioni applicate per la progettazione.
In quanto proprietario di una “freehold”, può creare un contratto d’affitto con le parti di proprietà immobiliari edificate sul suo terreno.
Il “leasehold” si verifica quando il titolare di un diritto di proprietà fondiaria assoluta “freehold” (persona che possiede la proprietà e la terra) cede la proprietà dell’appartamento ad un’altra persona, ma allo stesso tempo affitta il terreno alla stessa persona per un importo annuo nominale. Quando si acquista una proprietà in ”leasehold”, in effetti non si acquista la proprietà con la terra dove essa è costruita, bensì si possiede solo il diritto di vivere nella proprietà per un periodo di tempo ben determinato.
La maggior parte degli appartamenti in Inghileterra sono proprietà in ”leasehold” in quanto la maggioranza della terra appartiene alla Corona Inglese o alla Chiesa Inglese. In alcuni casi si può acquistare una quota nella proprietà in assoluta (concetto noto come “share of freehold”).
Il diritto di vivere nella proprietà è stabilito contrattualmente tra il titolare del “freehold” e il ”leasholder” (consessionario). Il contratto normalmente avrà una durata di 99 anni o più (in alcuni casi fino a 999 anni) e alla scadenza di questo tempo, quando scade il contratto – in teoria – la proprietà ritorna nuovamente al titolare del diritto di proprietà fondiaria assoluta.
Bisogna tuttavia tener presente che – per legge, in qualsiasi momento – il “leasehold” può essere rinnovato tramite una semplice pratica amministrativa. Di fatto, quindi, il possesso è garantito e trasmettibile in qualsiasi momento.
Generalmente più è lungo il contratto di “leasehold” più costosa sarà la proprietà ed è necessario verificare la durata dello stesso. Se la durata della “leasehold” è meno di 80 anni diventa oneroso chiedere il rinnovo della stessa.
Quando si acquista una proprietà in “leasehold” viene richiesto di pagare l’affitto del terreno più i servizi al titolare della proprietà, pagabili su una base annuale o trimestrale. L’affitto del terreno normalmente è un importo nominale. L’importo pagato per i servizi (spese di amministrazione) copre i costi di manutenzione delle parti comuni dello stabile, per esempio le scale, facciate, tetto, giardino, ….
L’intero importo delle spese di amministrazione del condominio viene ripartito in parti uguali tra i diversi proprietari delle “leasehold” (criterio in base alla grandezza dell’appartamento).
Il contratto dovrà specificare quello che il “leaseholder” (proprietario dell’appartamento) può e non può fare alla proprietà che ha acquistato in “leasehold”, per esempio, il contratto può enunciare chiaramente che il locatario non può fare nessuna modifica interna o esterna alla proprietà.